Berlusconi e la cittá ideale, un saggio azzeccato sull'ex premier
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di Davide Tedeschini*
Non è una cosa semplice entrare nel merito di un argomento e dargli un senso e questo mi è venuto in mente leggendo l'articolato libretto di un genere che potremmo definire: saggio filosofico, storico e politico scritto da Francesco Giro. È difficile di per sé scrivere un libro. Addirittura scriverne uno qualsiasi è difficile. E quello che affascina di questo lavoro è che è essenziale, è riuscito, perché? (Intanto ringrazio Gian Maria Spurio che ha organizzato l'evento, Giorgio Simeoni del Consiglio Regionale del Lazio e la direttrice Piergotti della biblioteca che sono qui per questo). Al centro della discussione è l'avventura liberale di molti italiani. E' stata un una risposta culturale riguardo alla richiesta libertà, per chi ha deciso di stare in un partito, di far parte di un movimento. Perché ha deciso liberamente di far parte di un partito piuttosto che far parte di un altro? Alla base del partito c'è l'ideologia e l'ideologia è il nocciolo culturale, è cultura. Wittgenstein, Husserl, Heidegger, Cacciari, Perniola, Del Noce vengono citati da Francesco Giro: è il pensiero stesso che è un pensiero moderno, perché colloca, cioè traccia una equivalenza tra il pensiero di Berlusconi, tra la sua politica, e la Città ideale (che vediamo sulla copertina del libro) che è un'opera della fine del 1400 cioè dei Rinascimento. E il Rinascimento è identificato con la modernità (la modernità viene fatta partire dalla scoperta dell'America nel 1492), e quindi questo tipo di pensiero è moderno, non è classico (in senso stretto) non viene posto sulla bilancia insieme all'Impero romano come è stato fatto in passato per altre politiche, con altri simboli (come il saluto romano). Il Rinascimento è un momento nuovo in cui vengono ammirate le opere dell'antichità e vi è naturalismo, che è una parola che ha la radice in comune 'natura' che fa parte della filosofia novecentesca di Husserl (i fenomeni naturali) che io conoscevo abbastanza, ero affascinato dai libri di Merleau Ponty, un suo seguace per le arti visive, dell'Occhio e lo spirito ad esempio o di Valery; quelli di Heidegger come L'Arte e lo spazio. Heidegger dice: "l'arte instaura luoghi", così come abbiamo fatto noi per i centri suburbani, cercandone l'identitá con architetture o monumenti (così come fanno i politici nelle periferie e in centri suburbani in cui amministrare è più difficile ma dà più possibilità di affermare la propria individualità). Sono -quelli citati- degli scrittori importantissimi della modernità che non si possono bypassare; diciamo per chi volesse conoscere ad esempio il cubismo, l'arte moderna, l'astratto oppure insomma il concettuale che ha le radici all'inizio del Novecento. Umberto Eco per esempio parlò del taglio sulla tela di Fontana o della tela bruciata di Burri, rispettivamente come lacerazioni e combustioni... come tagliare un corpo, bruciarlo: così come anticipato da Valéry quando dice che il pittore si dà al mondo con il corpo. Così come il politico. Fontana e Burri sono due artisti dell'arte degli anni Settanta così come Berlusconi negli anni Settanta si è laureato. Su che cosa? Sul messaggio pubblicitario: il contratto di pubblicità per inserzione, così come Eco scriveva la Struttura Assente, sul messaggio pubblicitario, prima scrive Opera aperta, sull'arte contemporanea, e conduce trasmissioni televisive; scrive il Super uomo di massa etc... Quindi abbiamo dei giganti negli anni Settanta, ad esempio abbiamo Dario Fo che ha preso qualche anno fa il Nobel. Abbiamo la traduzione dei più importanti saggi di storia dell'arte: anche la Storia dell'arte italiana dell'Argan, il manuale più diffuso in tutte le scuole d'Italia è degli anni Settanta. Come anche fotografi come Oliviero Toscani, che da poco abbiamo perso, si affacciano al mondo della comunicazione in quegli anni. Ed è proprio in questo libro che il parallelo con il Rinascimento è simboleggiato dalla Cittá ideale, (che vediamo riprodotta sulla copertina del libro) da poco attribuita all'Alberti, anch'esso citato nel libro. Giulio Carlo Argan dice -in merito a questa immagine- che la società che crede nei fenomeni naturali "è una società che crede nei fenomeni reali e presenti, una società in cui ciascuno vale per ciò che fa e non per misteriose investiture tramandate". È una società in cui Erasmo da Rotterdam scrive l'Elogio della follia che riguarda la circostanza in cui tutti la pensano in una certa maniera e 'uno' fa il contrario: ed è stato incredibile quando Berlusconi ha scritto la prefazione all'Elogio di Erasmo, identificandosi in lui. Di tutte queste cose ne ritroviamo le tracce nel libro di Francesco Giro che ritengo il saggio più importante sul pensiero filosofico che sottende alla politica di Berlusconi. Ora Francesco Giro sta presentando il libro in tutta Italia, un'opera meritoria che rende giustizia ad un argomento troppe volte trattato male, sommariamente o completamente travisato.
*Tratto dalla conferenza tenutasi il 18/02/2025 alla Biblioteca Comunale di Fonte Nuova (RM)